L’inno nazionale di Shamballah si fonde con Domenico Modugno, leggendario Cittadino di Shamballah
Mikado, può sembrare una domanda inutile ma sento di fartela: Shamballah possiede un inno nazionale?
Maurizio, quando Babaji il Cristos indiano mi ha svelato la storia e l’inno di Shamballah, l’ho guardato e gli ho detto: “Zio Babaji, mi stai prendendo in giro?.”
Come ti ha risposto?
Mi ha guardato e si è messo a cantarla ridendo.
Mikado, qual è il mistero di questo inno?
Tutto è avvenuto nel 1958 per merito di re Anirudha.
Mikado, non mi fare attendere ancora, dimmi il titolo dell’Inno di Shamballah.
Il titolo è “Volare”!
Il Volare di Domenico Modugno?
Sì, quello mio amato Maurizio.
Come è possibile?
Domenico Modugno è stato e sarà in eterno un libero Peter Pan o Cittadino di Shamballah. Basta leggere il testo di Volare e ci si accorge che si parla di Shamballah con i suoi segreti.
Lo possiamo vedere insieme?
Certo. Iniziamo a dire che il grande problema di Modugno fu la difficoltà di dare un titolo a questa canzone trasmessa a lui e a Franco Migliacci per via telepatica da re Anirudha.
Perché questa difficoltà?
“Nel blu dipinto di blu” non ha mai soddisfatto entrambi. La verità è che il loro inconscio non ha trovato il giusto titolo per rappresentare Shamballah, il luogo di Pace e Amore insito in loro.
Volare è stato un compromesso tra re Anirudha e l’umanità intera.
Vediamo ora fase per fase il testo:
Penso che un sogno così non ritorni mai più
mi dipingevo le mani e la faccia di blu
poi d’improvviso venivo dal vento rapito
e incominciavo a volare nel cielo infinito.
Riflessione: In questa fase percepiamo la malinconia di Shamballah che si manifesta solo in sogno per poi parlare del tesoro di Shamballah: la resina blu dell’Albero della Vita. L’elemento che rende il corpo umano blu.
Volare oh, oh
cantare oh, oh
nel blu dipinto di blu
felice di stare lassù
e volavo, volavo felice più in alto del Sole
ed ancora più su
mentre il mondo pian piano spariva lontano laggiù
una musica dolce suonava soltanto per me
Riflessione: Questa fase è un inno a Shamballah. Solo chi c’è stato sa che il Sole è la Porta del Paradiso, ed entrando dentro Shamballah si va oltre il Sole. Nella fase successiva vi è il mistero dell’invisibilità di Shamballah e l’invocazione di re Anirudha che sussurra all’umanità: “…una musica dolce suonava soltanto per me.” e lo farà per l’eternità.
Volare oh, oh
cantare oh, oh
nel blu dipinto di blu
felice di stare lassù
ma tutti i sogni nell’alba svaniscon perché
quando tramonta la luna li porta con sé
ma io continuo a sognare negli occhi tuoi belli
che sono blu come un cielo trapunto di stelle.
Riflessione: Solo Shamballah ti permette di vivere la gioia e la pura consapevolezza di volare sia con il corpo fisico che con il corpo di Luce. La parte finale ci dona quella sottile sofferenza di vivere il momento di abbandonare Shamballah nella fase della Luna Nuova e lasciarla sognando da Cittadino di colore blu e con l’infinito cielo trapunto di illuminanti stelle.
Volare oh, oh
cantare oh, oh
nel blu degli occhi tuoi blu
felice di stare quaggiù
nel blu degli occhi tuoi blu
felice di stare quaggiù
con te.
Riflessione: In questa fase, re Anirudha, dona la consapevolezza che Shamballah sarà in terno nel mondo terreno e il mondo terreno sarà in eterno a Shamballah.
E’ bene venire a conoscenza che “Nel blu dipinto di blu” è stata presentata per la prima volta al Festival di Sanremo del 1958 dallo stesso Modugno e da Jonny Dorelli e che furono i vincitori di quell’edizione.
Quanti dischi ha venduto Volare?
La simpatica previsione di re Anirudha era quella di rispettare i 21 milioni di abitanti di Shamballah e il milione di differenza rappresenta di quanto sia raro tra sette miliardi di persone, entrare all’interno di Shamballah. La canzone Volare ha avuto un successo planetario e l’ufficiale vendita superiore ai 22 milioni di copie al mondo.